Giampiero Bini è un pittore autodidatta (1947).
Dal 1969 al 1975 lavora con la comune di Dario Fo per l’organizzazione e l’espansione di una rete culturale in tutto il territorio nazionale, con il fine di creare un nuovo modo di vivere il teatro, il cinema, la musica, la poesia e la pittura. Dopo questa esperienza l’artista inizia a cimentarsi con una propria produzione di poesia visiva.
Nel 1980 con alcune avanguardie sviluppa una rete nazionale di mail art e fonda la rivista “Original Art”, partecipando a numerose collettive in tutto il mondo. La produzione dell’autore è molto eclettica, tanto che nel 1995 crea una nuova tecnica miscelando la poesia visiva alla polaroid. Da qui nasce la “photo collage”, che anticipa la successiva “pittura /collage“ e contemporaneamente la sua arte pittorica. Le sue opere sono eseguite su tavole di legno (acrilico con spatola) con una tecnica tradizionale e trasgressiva allo stesso tempo.
I protagonisti dei suoi dipinti, infatti, sono “femmine” accattivanti, provocanti e conturbanti. I suoi lavori sono stati pubblicati su riviste, manifesti e cataloghi in Italia, Belgio, Stati Uniti, Giappone, Francia, Germania, Olanda, Russia, Cecoslovacchia, Inghilterra, Brasile, Messico.
Dell’artista hanno scritto i critici: Salvatore Russo, Paolo Levi, Stefania Bison, Sandro Serradifalco, Isabella Convertino, Mariarosa Del Giovane, Dino Marsà, Giorgio Falossi, Geraldo Argelier, Francesco Checca, Alfredo Pasolino, Michele Miulli, Rosaria Ruggero, Antonio Mucciaccio, Enzo Minarelli, Michele Perfetti, Ubaldo Giacomucci, Vittore Baroni, Piero Forosetti, Achille Cavellini. Le sue opere sono depositate presso collezionisti privati, nella Pinacoteca d’Arte Moderna del Consiglio Regionale della Regione Toscana, presso l’esposizione permanente del Quadrifoglio di Firenze, presso la Fondazione Decini di Roma, presso la Fondazione Value di Lugano.


